- fra Marcello Buscemi, ofm
- Angolo della Parola
Il Vangelo della XXI Domenica del T.O. (22 agosto 2021)
Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
“Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,41-51). È l’affermazione essenziale della terza parte della catechesi eucaristica, che S. Giovanni ci presenta nel suo Vangelo. Con la moltiplicazione dei pani ci ha invitato a considerare l’Eucaristia come segno di amore, che non solo condivide il cibo terreno e in campo sociale produce solidarietà, sicurezza e pace sociale, ma che soprattutto ci spinge, come Gesù, a donare tutto noi stessi in un amore senza limiti. “È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita” (Gv 6,60-69). È la conclusione della “catechesi giovannea sull’Eucaristia”. In breve, è necessario ricordare i vari passaggi: la moltiplicazione dei pani, gesto d’amore grande che, condividendo il cibo terreno, ci rende dono ai fratelli in una solidarietà senza limiti; ciò avviene in una fede che si impegna a cercare non il cibo che non dura, ma il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo ci darà” (Gv 6,27). Per avere questo “pane di vita eterna”, tre sono le condizioni essenziali: essere attirati dal Padre, istruiti da Dio, nutrirsi di Gesù. “Egli è il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che Gesù ci dà è la sua carne per la vita del mondo” (Gv 6,51). Mangiamo il suo corpo, beviamo il suo sangue, per rimanere in lui, essere in comunione con lui e formare “un solo corpo e un solo spirito” in lui (1Cor 10,16-17). Gesù l’ha posta come condizione essenziale: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui.
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