Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
"E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,1-18). La liturgia è incantata: contempla il Verbo di Dio, che è vita, luce, grazia. Non inceppata, ma attratta: il mistero è troppo grande, al di là delle possibilità umane o meglio sono tante le sfaccettature, e la mente umana non può “comprendere”. Ma il miracolo è lì, in quella mangiatoia, dove il Verbo eterno, infinito e glorioso giace come un tenero bambino. “Era presso Dio e il Verbo era Dio”: sublime, ineffabile; non possiamo esprimerlo a parole, ma possiamo contemplarlo nel mistero del Dio fatto uomo. Egli venne in mezzo a noi: “La vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi” (1Gv 1,2).
Leggi tutto: Il Vangelo della II domenica dopo Natale (02 gennaio 2022)
Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
"Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere” (Lc 2,15-20). Nasce Gesù a Betlemme, secondo l’antica profezia: “E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti” (Mi 5,1). Nasce secondo il progetto di salvezza di Dio: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,4-5). Nasce per condividere con noi la nostra condizione umana: “Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini” (Fil 2,6-7).
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Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
“Maria si alzò e andò in fretta e, entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta” (Lc 1,39-45). La protagonista di questa domenica, quarta di Avvento, è apparentemente Maria, ma la persona che domina nel racconto è lo Spirito Santo. È lo Spirito Santo che spinge Maria ad “andare in fretta” dalla cugina Elisabetta; che, “colma della sua presenza”, è resa profetessa della maternità di Maria: “A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?” (Lc 1,43); che riempie di gioia il piccolo Giovanni, che “sussulta” nel grembo della sua mamma; che apre la bocca e il cuore di Maria, per innalzare il canto di lode a Dio che ha concesso “di generazione in generazione la sua misericordia a quelli che lo temono” (Lc 1,50). Eppure, nelle intenzione della liturgia domenicale dell’Avvento, Maria è presentata come il modello del credente, che nell’obbedienza allo Spirito si prepara a ricevere Gesù.
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