Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
“Di che cosa stavate discutendo per la strada?” (Mc 9,30-37). La liturgia pone insieme il secondo annuncio della passione, morte e risurrezione di Gesù (Mc 9,30-32) e l’insegnamento di Gesù sulla vera grandezza del discepolo che segue Gesù. “Per la strada”: è il cammino di Gesù verso Gerusalemme, dove deve compiersi quanto Dio ha stabilito per lui e per la salvezza di tutti gli uomini. “Sarà rigettato dai grandi sacerdoti”, ma in tal modo si compie in lui la profezia: “La pietra che i costruttori hanno rigettata è divenuta la pietra d’angolo” (Sal 118,22); “sarà consegnato nelle mani degli uomini”: materialmente da Giuda ai grandi sacerdoti e da questi a Pilato, ma teologicamente da Dio: “Dio ha tanto amato il mondo, da dare (= consegnare) il suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16); “dovrà soffrire molto ed essere ucciso”: Gesù è il Servo sofferente”, che “si è addossato i nostri mali, si è caricato dei nostri dolori” (Is 53,4), “che piacque al Signore consumarlo con la sua sofferenza” (Is 53,10), ma che “con le sue pene giustificherà le moltitudini” (Is 53,11); “dopo tre giorni dovrà risuscitare”: si avvera in Gesù la profezia di Is 53,11-12: “Dopo le sofferenze dell’anima sua egli vedrà la luce...
Leggi tutto: Il Vangelo della XXV Domenica del T.O. (19 settembre 2021)
Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
“E Gesù domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo»” (Mc 8,27-35). È la domanda da cui Marco fa dipendere tutto il “discorso comunitario” sulla “sequela di Cristo”. Dalla risposta ad essa dipende tutta la vita cristiana: Gesù è, infatti, il modello e la vita intima del cristiano. Secondo Mc 8,27-30, i discepoli non conoscono ancora perfettamente Gesù; sentono molte opinioni, le opinioni degli uomini che lo giudicano ognuno secondo le proprie speranze o i propri timori, perché non sono capaci di intendere e di aprirsi alla novità della rivelazione su Gesù. Proprio per questo Gesù li provoca, li spinge a prendere posizione nei suoi confronti: “Ma voi, chi dite che io sia?”. Con prontezza tutta orientale, Pietro risponde a nome di tutti professando la sua convinzione più profonda: “Tu sei il Cristo”. Per Gesù, ciò non basta. È una risposta ambigua: potrebbe suscitare delle false attese messianico-nazionaliste, dei malintesi che non portano affatto alla conoscenza di Gesù. E non aveva torto! Pietro infatti, appena Gesù accenna al “Figlio dell’uomo, che doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere” (Mc 8,31), reagisce proprio secondo quella mentalità giudaica che attendeva un Messia glorioso e trionfante.
Leggi tutto: Il Vangelo della XXIV Domenica del T.O. (12 settembre 2021)
Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
“Pieni di stupore, dicevano: Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!” (Mc 7,31-37). C’è una relazione profonda tra la profezia di Is 35,5-6: “Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto” e il miracolo della guarigione del sordo-muto, narrata dal Vangelo. Annuncio e adempimento: in Gesù si adempie la profezia: “Egli è venuto a salvarci” (Is 35,4). Ma tra la profezia e l’adempimento si colloca una parola decisiva: “Effata: apriti”. Non una parola magica, ma una parola che trasmette guarigione e salvezza, grazia e misericordia, ci libera dall’isolamento, dal mutismo e ci apre alla relazione con Dio e alla solidarietà con i fratelli. Nel gesto di Gesù, poi, non c’è ostentazione: “lo prese in disparte”, ma vivo interesse di salvezza per chi è impedito a ricevere la grazia e la capacità di accogliere la parola di salvezza.
Leggi tutto: Il Vangelo della XXIII Domenica del T.O. (05 settembre 2021)