
Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
“Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!” (Lc 3,1-6). La storia della salvezza ha inizio nella decisione d’amore di Dio: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,4-5). Ma essa si svolge nelle traiettorie spazio-temporali della storia umana, sia civile: “Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare (cioè verso l’anno 28-29 d.C.), mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene”, sia religiosa: “Sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa” e nella missione di Giovanni Battista, che annuncia la venuta del Salvatore. Egli venne come testimone della salvezza, voluta da Dio e proclamata ai profeti: “Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Leggi tutto: Il Vangelo della II Domenica d'Avvento (05 dicembre 2021)
Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
“Gesù, seduto di fronte al tesoro, osservava la folla” (Mc 12,38-44). Queste parole, nel Vangelo di Marco, stabiliscono un legame redazionale di contrasto tra l’agire ipocrita e vanitoso degli scribi (Mc 12,38-40) e il comportamento genuino e generoso della vedova che getta nel tesoro due spiccioli (Mc 12,41-44). La liturgia, da parte sua, ha mantenuto tale legame, per cui è bene non spezzarlo: bisogna amare e adorare Dio con uno stile di vita genuino e “con tutto il cuore e con tutta l’anima, con tutta la mente e con tutta la forza” (Mc 12,30). Bisogna amare Dio con uno stile di vita genuino: “Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere” (Mc 12,38-40).
Leggi tutto: Il Vangelo della XXXII Domenica del T.O. (07 novembre 2021)
Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
“Allora si avvicinò a lui uno degli scribi e gli domandò: Qual è il primo di tutti i comandamenti?” (Mc 12,28-34). Lo scriba non pone una questione dottrinale e non desidera neppure una risposta di stampo scolastico: le diatribe servono poco, se non incidono sulla vita concreta e quotidiana. La questione, posta dallo scriba, riguarda l’essenza della vita religiosa, sia ebraica che cristiana: il precetto di “amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (Dt 6,4-5) e di “amare il prossimo come te stesso” (Lev 19,18) è uguale per l’ebreo come per il cristiano, e se vogliamo anche per tutti gli uomini. Gesù e lo scriba sono sulla stessa lunghezza d’onda: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici” (Mc 12,33).
Leggi tutto: Il Vangelo della XXXI Domenica del T.O. (31 ottobre 2021)