Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
“Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi disce-poli, diceva: Beati voi, poveri ... Guai a voi a ricchi...” (Lc 6,17.20-26). Rimaniamo alquanto perplessi dinanzi a questo brano del Vangelo di Luca e per diversi motivi. Così, noi siamo convinti che le beatitudini Gesù li abbia pronunciati su un monte (Mt 5,1-3), mentre in Lc 6,20 sembra che Gesù li abbia pronunciati “in un luogo pianeggiante”. Entrambi i luoghi hanno senso teologico: per Matteo, il “monte” è il luogo della rivelazione divina e quindi è il “nuovo monte Sinai”, da dove Gesù proclama la nuova “legge dell’amore” (Mt 5,43-48). Luca fa scendere Gesù dal “monte”, luogo dell’incontro di Gesù con Dio e, investito dalla sua funzione di Messia, proclama in “luogo pianeggiante” la sua missione alle genti: la parola di Dio corre attraverso il mondo e raggiunge i suoi confini (At 1,8). È vero che Matteo presenta 8 beatitudini, mentre Luca enumera “4 beatitudini” e “4 invettive”, ma il senso è uguale: esse vogliono che il seguace di Gesù penetri nello spirito che li anima: “Dio ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Lc 1,51-53).
Leggi tutto: Il Vangelo della VI Domenica del Tempo Ordinario (13 febbraio 2022)
Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
“Gesù disse a Simone: Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini. E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono” (Lc 5,1-11). Gesù parla a Simone, ma di fatto la chiamata a seguirlo è rivolta anche a Giacomo e Giovanni, testimoni intimi di Gesù al Tabor, al Getsemani, alla risurrezione della figlia di Giairo. E, se leggiamo in prospettiva ecclesiale, è rivolta a tutti i discepoli di Gesù, i quali, rispondendo all’appello di fede rivolto loro dagli apostoli, accettano l’insegnamento di Gesù, lo assimilano nella loro vita e aderiscono con tutta la loro esistenza alla persona di Gesù. Tutti siamo chiamati alla sequela, a convertirci come Pietro che si dichiara peccatore: “Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore” (Lc 5,8), ad essere annunciatori del Regno di Dio e portare la salvezza a tutti gli uomini. Uniti a Gesù, siamo coinvolti nella sua missione di salvezza e di grazia.
Leggi tutto: Il Vangelo della V Domenica del Tempo Ordinario (06 febbraio 2022)
Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
“Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca” (Lc 4,21-30). Strani questi Nazaretani: danno testimonianza a Gesù per le sue parole di grazia, cioè per il suo insegnamento colmo di sapienza divina, ma allo stesso tempo non lo vogliono riconoscere per il Messia, inviato da Dio per “proclamare l’anno di grazia del Signore” (Lc 4,18-19). “Erano meravigliati” che Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret, potesse proclamarsi “il Messia”, inviato da Dio per la salvezza di tutti gli uomini. Era vissuto con loro per trent’anni circa: “Venne a Nazaret, dove era stato allevato” (Lc 4,16) e dove “stava sottomesso a Giuseppe e a Maria; e cresceva in sapienza, età e grazia” (Lc 2,51.52), si era comportato come uno di loro nella quotidianità di una vita normale: “secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga” (Lc 4,16), ed ora all’improvviso dichiara che in lui la profezia di Isaia era divenuta una realtà viva, efficace e attuale: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato” (Lc 4,21).
Leggi tutto: Il Vangelo della IV Domenica del Tempo Ordinario (30 gennaio 2022)