Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
“Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?” (Gv 6,24-35). Non è questione di “fare le opere di Dio”, ma di credere in Gesù e nel segno che egli ha operato in loro favore: la moltiplicazione dei pani. Tale segno non va visto né nella sua materialità: abbondanza dei mezzi di sussistenza per una vita senza problemi, né negli effetti che in campo sociale può produrre: solidarietà, sicurezza nel quotidiano e forse anche quella pace sociale, che tutti desideriamo. Forse, con i Giudei anche noi avremmo gridato: “Signore, dacci sempre questo pane” (Gv 6,34).
Leggi tutto: Il Vangelo della XVIII Domenica del T.O. (01 agosto 2021)
Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
“Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti” (Gv 6,1-15). La moltiplicazione dei pani è l’inizio della lunga catechesi giovannea sul “pane di vita”, che Gesù impartisce ai suoi discepoli e su cui la liturgia ci farà riflettere per parecchie settimane. Essa ha inizio con il “miracolo della moltiplicazione dei pani”, presenti in tutti gli evangelisti: Mt 14,13,21; Mc 6,30-44; Lc 9,10-17, ma che nel Vangelo di Giovanni assume il carattere di “segno” del vero pane che sazia tutti e che dona la vita eterna. È questo “pane di vita eterna” che bisogna cercare, non quello che perisce: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo” (Gv 6,27). Non basta seguire Gesù e, perché si è visto un segno, proclamare: “Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!” (Gv 6,14).
Leggi tutto: Il Vangelo della XVII Domenica del T.O. (25 luglio 2021)
Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
“E Gesù ebbe compassione di loro” (Mc 6,30-34). È un sentimento che appare spesso in Gesù: la sua tenerezza per il lebbroso che gli chiede di essere purificato (Mc 1,41); per la folla che è senza un pastore che li guida (Mc 6,34); per le persone che lo seguono e hanno fame (Mc 8,2); per i due ciechi che lo invocano per avere la vista (Mt 20,34); per la vedova di Nain che piange la morte del suo unico figlio (Lc 7,13). Per Gesù, la compassione è un sentimento di pietà, di affetto, di tenerezza e di commozione dinanzi alla miseria sofferente di qualcuno colpito da una disgrazia. di loro il suo ruolo messianico di portatore della buona notizia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore” (Lc 4,18-19).
Leggi tutto: Il Vangelo della XVI Domenica del T.O. (18 luglio 2021)