Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
“Ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino” (Mt 2,1-12). Gesù si manifesta a tutti i popoli della terra, e i Magi ci rappresentano: “Egli, infatti, è venuto ad annunciare pace a coloro che erano lontani, e pace a coloro che erano vicini” (Ef 2,17). Tutti i popoli sono chiamati dalla misericordia di Dio alla salvezza: “Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!” (Rom 11,32). E i Magi fecero un lungo cammino di fede, per giungere alla conoscenza di Gesù. Essi cercavano “il Re dei Giudei”, trovarono il Messia predetto dai profeti. Una “stella luminosa” li guidava: “la sapienza, che è più radiosa del sole, anzi paragonata alla luce, risulta più luminosa” (Sap 7,29).
Essa “li guidò per una strada meravigliosa, divenne per loro riparo di giorno e luce di stelle nella notte” (Sap 10,17). Vennero da lontano, attratti dalla sua luce: “Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere” (Is 60,3). Vennero portando le ricchezze dei popoli, e trovarono il vero tesoro, il Signore che porta la salvezza a tutti i popoli: “Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Tutti verranno, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore” (Is 60,5-6). Vennero cercando la verità, quella che illumina ogni uomo e dona loro la vita (Gv 1,4): “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra una luce rifulse” (Is 9,1).
Essi credettero e la luce della fede li portò a “Gesù, via, verità e vita” (Gv 14,6). Il cammino fu lungo, ma la fede fu la loro stella e li condusse alla meta desiderata e a lungo cercata con sapienza perseverante. Come i Magi, non cerchiamo altre stelle: la nostra stella sia la parola di Gesù, essa ci dona la sapienza del cuore e ci guida alla vita: “In verità, io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv 5,24). Nella sua parola, troveremo la Betlemme del cuore; e, illuminati dalla sapienza, troveremo Gesù.
“Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono, lo adorarono e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra” (Mt 2,1-12). Tutti siamo invitati ad entrare nella “casa di Dio”, a far parte della sua famiglia, perché, secondo la promessa fatta ad Abramo e alla sua discendenza (Gal 3,8.14), tutte “le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo” (Ef 3,6). “Videro il bambino e lo adorarono”: con la fede lo cercarono, con la perseveranza lo trovarono, con lo sguardo d’amore lo riconobbero come Figlio dell’Altissimo e nell’umiltà lo adorarono come loro Signore: “nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: Gesù Cristo è Signore a gloria di Dio Padre” (Fil 2,10-11).
“Gli offrirono in dono oro, incenso e mirra”: doni regali, ma anche doni del cuore, che riconosce la regalità e divinità di Gesù. Oro: immagine viva della purezza e preziosità della fede in Gesù, maestro di verità, che ci rende liberi: “la libertà vi farà liberi” (Gv 8,32) e saggi: “Amo i tuoi comandi, più dell’oro, dell’oro più fino. La rivelazione delle tue parole illumina, dona intelligenza ai semplici. Rende saldi i miei passi secondo la tua promessa e non permette che mi domini alcun male” (Sal 118, 127.130.133). Incenso: omaggio al “Gran Re”, segno di devozione e appartenenza a Dio e a Cristo Signore: “La mia preghiera stia davanti a te come incenso, le mie mani alzate come sacrificio della sera” (Sal 141,2). Solo a lui la nostra adorazione: con Gesù respingeremo ogni tentazione di adorare gli idoli di questo mondo: “Il diavolo gli disse: se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo. Gesù gli rispose: Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto” (Lc 4,7-8). Mirra: segno profondo dell’interiorità dei nostri sentimenti carichi di misericordia verso coloro che soffrono nel corpo e nello spirito e con Gesù, buon Samaritano, leniamo le ferite del suo corpo mistico: “Nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Se un membro soffre, tutte le membra soffrono” (1Cor 12,25-26).