Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
Dal vangelo secondo Marco
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
Ricostruire il Tempio del Signore
“Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere” (Gv 2,13-25). Al solito, i Giudei chiedono dei “segni”, ma la loro incredulità non permette di vedere in Gesù colui che purifica “il tempio del Signore” con la sua condotta di vita e la sua azione piena di zelo per l’opera salvifica per cui Dio l’ha inviato. E la purificazione incomincia dal tempio materiale: “Lo zelo per la tua casa mi divorerà”. Il futuro “mi divorerà” rinvia alla passione e morte che Gesù dovrà subire per purificarci. Come gli antichi profeti, egli invita a purificare il tempio del Signore, perché esso sarà “casa di preghiera” per tutti i popoli: “Li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli” (Is 56,7). Un luogo di preghiera non può divenire un mercato, luogo degli interessi degli uomini e non di Dio, peggio ancora “una spelonca di ladri” (Lc 19,46). Per questo, il grido di Gesù e la “sua frusta” assumono un carattere messianico di purificazione: “Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia” (Mal 3,2-3). E ciò implica un cambiamento di vita: “Non confidate in parole menzognere ripetendo: “Questo è il tempio del Signore, il tempio del Signore, il tempio del Signore!”. Se davvero renderete buona la vostra condotta e le vostre azioni, se praticherete la giustizia gli uni verso gli altri, se non opprimerete lo straniero, l’orfano e la vedova, se non spargerete sangue innocente in questo luogo e se non seguirete per vostra disgrazia dèi stranieri, io vi farò abitare in questo luogo, nella terra che diedi ai vostri padri da sempre e per sempre” (Ger 7,4-7). Ma tale “segno profetico”, per quanto eclatante possa apparire, è ben poca cosa dinanzi al “segno” che Gesù offre ai Giudei; il suo morire e risorgere per la salvezza di tutti gli uomini. “Distruggete questo tempio”: i suoi nemici possono distruggere il suo corpo, ma è Gesù che si consegna volontariamente per noi: “Per questo, il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo” (Gv 10,17-18). “E in tre giorni lo riedificherò”: è Gesù il vero tempio di Dio, “tempio non fatto da mani d’uomo” (Mc 14,58), in cui avviene il nostro incontro con Dio nostro Padre e nel quale siamo purificati con le acque salutari del battesimo e riceviamo il corpo del Signore, che ci assimila a sé, rendendoci un solo corpo e un solo spirito in lui. In lui, saremo “i veri adoratori, che adoreranno il Padre in spirito e verità” (Gv 4,23) e rimanendo in lui come i tralci e la vite, porteremo molto frutto (Gv 15,5).
“E lo riedificherò”. Uniti a Gesù, siamo il “corpo di Cristo”: “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi” (1Cor 3,16-17). Ed è nel battesimo che Dio ci ha riedificati come corpo di Cristo: “Se per mezzo del battesimo siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione” (Rom 6,5). Di più: “siamo stati lavati, siamo stati santificati, siamo stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio” (1Cor 6,11). Ed è per questo che i credenti non si lasceranno dominare da nulla, perché essi sono tempio dello Spirito Santo e appartengono a Cristo come sua membra (1Cor 6,15.19). Di più: in Gesù, noi tutti “cresciamo per essere tempio santo nel Signore; in lui siamo edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito” (Ef 2,21-22). Avviciamoci a Gesù, “pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive saremo costruiti come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo” (1Pt 2,4-5).