Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
La tentazione di Gesù e annuncio del Regno Di Dio
La liturgia unisce due momenti iniziali della vita di Gesù: tentazione nel deserto e primo annuncio del Regno di Dio. Nel Vangelo di Marco, invece, la tentazione è unita al “battesimo di Gesù”: “E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto” (Mc 1,12). Unione non casuale, in quanto nel battesimo Gesù è proclamato: “il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento” (Mc 1,11); nell’episodio della tentazione Marco vuol far capire che Gesù è “vero Uomo”, il “Nuovo Adamo”, che ci riconcilierà con Dio: “Come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” (Rom 5,17). L’accenno, poi, al “vivere con le bestie selvatiche” sottolinea che Gesù è il Messia degli ultimi tempi, su cui si è posato lo Spirito del Signore e che porterà pace e sicurezza (Is 11,1-10). Il Messia, che vive in intima unione con Dio, ristabilisce la pace e ci proietta verso una visione escatologica, in cui “Dio sarà tutto in tutti” (1Cor 15,28). Marco, a differenza di Matteo e Luca, non riporta il “confronto diretto” tra Gesù e il Diavolo, ma vuole solo mettere in evidenza il ruolo fondamentale di Gesù nella storia della salvezza. Egli, il Figlio di Dio e l’Adamo escatologico, è più potente di Satana e ci guida alla vittoria su Satana e i suoi raggiri. Inoltre, rifacendosi alla tradizione dell’Esodo, rilegge la tentazione di Gesù con alcuni tratti di quell’esperienza: “nel deserto” per “quaranta giorni”. Alla maniera di Gesù dobbiamo essere pronti alla “tentazione” e agire con la stessa determinazione di Gesù, lasciandoci “condurre” dallo Spirito. “E subito lo Spirito lo scacciò nel deserto”: immagine del cammino di ogni uomo e soprattutto del credente che fa l’esperienza dell’Esodo. “Lo Spirito”: è Dio che ci guida e ci conduce nel deserto per purificarci e liberarci dall’azione negativa di Satana nella nostra esistenza. È la pedagogia dell’Esodo, che ci fa riacquistare la nostra vera identità di figli di Dio e la nostra reale libertà: quella di “servire” Dio, in un sentimento che impregna tutta l’esistenza, nel dono esclusivo di noi stessi a Lui, in una ricerca continua di Lui e in un’ osservanza perfetta dei comandamenti della sua alleanza. “E nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana”: la tentazione è continua. “Quaranta giorni”: ricorda Mosè che rimase solo sul Sinai per ricevere i comandamenti di Dio, che guidano la nostra esistenza; Elia che rimase sull’Oreb in un momento di crisi e conoscere meglio la volontà di Dio. Non c’è un momento in cui Satana non cerca di “mettere alla prova”: “Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede” (1Pt 5,8). “Ed era con le bestie”: immagine della “teologia adamica”. In Gesù, “nuovo Adamo”, sperimentiamo la nuova vita come comunione con tutto il creato e ritorno a quella purezza originaria, ricevuta nel battesimo. Uniti a lui, possiamo vincere ogni potenza del male. “E gli angeli lo servivano”: Satana è colui che “non serve”, gli angeli sono coloro che costantemente servono al cospetto di Dio. Il credente, come gli angeli, deve avere lo spirito pronto a “servire Cristo” e non ad “asservirsi a Satana”. Le prove sono continue, ma chi rimane unito a Cristo e ne “ascolta la parola” vince il demonio e si pone al servizio di Dio.
“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”. È l’inizio della predicazione di Gesù. “Il tempo è compiuto”: è il tempo decisivo, in cui ogni uomo sperimenta il progetto salvifico di Dio, la liberazione da tutto ciò che l’opprime e il suo entrare nel rapporto di figliolanza con Dio: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,4-5). “Il Regno di Dio è vicino”: Dio regna nella nostra vita: “non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio” (Gal 4,7); regna nella nostra mente con la sua parola di verità: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32); regna nei nostri cuori: “Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Ef 3,17-19). “Convertitevi”: lasciamo agire Dio nella nostra vita, seguiamo Gesù nel vivere quotidiano, obbediamo allo Spirito di Dio nel cammino verso la santità. Allora, il nostro impegno è quello di “non conformarci a questo mondo, ma lasciarci trasformare rinnovando il nostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rom 12,2). “Credete nel Vangelo”: è accogliere Gesù, parola vivente di Dio e fonte di salvezza; è seguire Gesù con prontezza, lasciando ogni cosa e mettendolo al centro del nostro pensare, agire e sentire; è avere fiducia piena in lui che ci ha amato e ha dato se stesso per noi (Gal 2,20).