Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
“Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo” (Mc 1,7-11). L’espressione “battesimo di Gesù” propone alla nostra riflessione tre momenti essenziali: la proclamazione di Giovanni Battista, il battesimo di Gesù, il nostro battesimo. Giovanni, nella sua umiltà, dichiara apertamente sia la superiorità di Gesù, “colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali” (Mc 1,7) sia la superiorità del suo battesimo: “Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo” (Mc 1,8). Il battesimo di Giovanni è propedeutico al battesimo di Gesù: purificava in vista dell’accoglienza di colui che dona lo Spirito di vita e, nello Spirito, ci dona la vita eterna. E l’accento, in tutto il brano di Marco, è proprio sullo Spirito: stabilisce uno stretto rapporto tra il battesimo e lo Spirito Santo che agì prima su Gesù e poi sui discepoli di Gesù. In altre parole, nel battesimo di Gesù, c’è continuità tra l’azione battesimale di Giovanni Battista e il battesimo di Gesù. E tale continuità vuol porre in evidenza che Gesù è il Messia promesso che battezzerà nello Spirito Santo e tutta la sua azione è sotto l’impulso dello Spirito. Si avvera la profezia: “Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli, vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme” (Ez 36,25-27). D’altra parte, l’evangelista Marco, narrando l’episodio del “battesimo di Gesù”, fa comprendere che Gesù è il protagonista del racconto. Egli fa l’esperienza del battesimo: “venne da Nazareth, si fece battezzare da Giovanni, vide i cieli aprirsi e lo Spirito discendere su di lui sotto forma di colomba”. Il battesimo è esperienza profonda dello Spirito, che modella la nostra vita interiore: “Quelli che vivono secondo la carne, tendono verso ciò che è carnale; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, tendono verso ciò che è spirituale. La carne tende alla morte, lo Spirito tende alla vita e alla pace” (Rom 8,5-6).
L’esperienza battesimale di Gesù è la nostra esperienza battesimale: “Voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia” (Rom 8,9-10). Così, con il battesimo ha inizio la nostra vita spirituale ed essa è segnata dalla presenza dello Spirito Santo, che Gesù ci ha comunicato: “In lui anche voi, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo promesso, il quale è caparra della nostra eredità” (Ef 1,13-14). Tre cose sono messe in evidenza: ascoltare la parola, ricevere il sigillo dello Spirito Santo, avere la caparra della nostra eredità. È lo Spirito che ci istruisce e ci fa vivere le parole di Gesù, le parole di salvezza: “Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26). La parola è Cristo e lo Spirito ci renderà fedeli alla sua parola. Per questo, la parola deve dimorare in noi e deve divenire preghiera nella vita e con la vita: “La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali” (Col 3,16). Nel battesimo, oltre alla parola del Vangelo, abbiamo ricevuto il “sigillo dello Spirito”, il segno della nostra totale appartenenza a Dio, ma anche dell’azione dello Spirito che ci modella per compiere un cammino di salvezza e di santità. Nella misura della nostra docilità allo Spirito di Dio e alla parola che egli ci insegna e ci fa vivere, la nostra vita di credenti si fa intensa, profonda, determinata a seguire Gesù. È una “fede agente mediante la carità” (Gal 5,6), frutto dello Spirito (Gal 5,22), che si manifesta soprattutto come gioia di vivere insieme, di pace profonda che gode del bene e non si arrende al male, dominio di sé che produce nel credente un profondo equilibrio interiore, vera maturità spirituale, che ci fa affrontare la vita con coerenza e determinazione. Anzi, nello Spirito Santo, la nostra vita è orientata al “giorno della redenzione”: celebriamo il nostro esodo pasquale verso la patria celeste, attendiamo la manifestazione della gloria di Cristo. Non siamo inerti, ma la nostra vita è orientata al Signore che ci attende: “Cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. ... Allora, quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, anche voi apparirete con lui nella gloria” (Col 3,1-4). Così, il nostro impegno battesimale è qui, su questa terra, ma la direzione del nostro agire si eleva verso l’alto, cercando Gesù: con lui siamo stato immersi nella morte, per vivere una vita nuova nel suo Spirito.