Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
Dal vangelo secondo Giovanni
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,1-18). La liturgia è incantata: contempla il Verbo di Dio, che è vita, luce, grazia. Non è inceppata, ma attratta: il mistero è troppo grande, al di là delle possibilità umane o meglio sono tante le sfaccettature che la mente umana non può “comprendere”. Ma il miracolo è lì, in quella mangiatoia, dove il Verbo eterno, infinito e glorioso giace come un tenero bambino. “Era presso Dio e il Verbo era Dio”: sublime, ineffabile; non possiamo esprimerlo a parole, ma possiamo contemplarlo nel mistero del Dio fatto uomo. Egli venne in mezzo a noi: “La vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi” (1Gv 1,2). E la fede ci guida, lo riconosciamo come l’Emmanuele, il Dio con noi: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” (Gv 20,29). Egli è da principio, ed è il principio della vita: “Egli è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” (Col 1,15-16). Lui è la vita e dona la vita: in lui, per mezzo del suo Spirito, l’uomo diviene pienamente “un essere vivente” (Gen 2,7) e risplende di luce di vita eterna: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12). Egli è la vita per tutti coloro che ascoltano la sua voce: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano” (Gv 10,27-28). E la sua parola non solo dà la vita, ma è anche luce, che rischiara le nostre tenebre. Egli si è fatto per noi luce di verità “che illumina ogni uomo” (Gv 1,9), vita che apre alla speranza e fa crescere l’amore. Accogliere Cristo è accogliere la misericordia di Dio, che “ci rende santi e immacolati al suo cospetto nell’amore” (Ef 1,4); è accogliere la grazia di conoscere Dio: “Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv 1,18); è accogliere la vita eterna: “Questa è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6,40). Accogliamo Gesù nella verità e con amore, perché “a quanti l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12). Allora, dalla su pienezza di vita e di luce, riceveremo “grazia su grazia” (Gv 1,16), perché in lui “è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà” (Tt 2,11-12).