Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
“Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,26-38). Nelle settimane precedenti di Avvento, il protagonista è stato Giovanni Battista: il testimone di Gesù, che ci ha insegnato la via dell’umiltà: “Lui deve crescere, io diminuire”, della disponibilità alla conversione: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!” (Mt 3,3), della sapienza del cuore che nella forza dello Spirito Santo diede testimonianza a Gesù: “Io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio” (Gv 1,34) e proclamò: “Ecco l’agnello di Dio!” (Gv 1,36). Ora, in questa quarta domenica di Avvento, abbiamo una testimone di Gesù: Maria, la Madre di Gesù, “il Figlio dell’Altissimo, l’erede del trono di Davide suo padre, che regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine” (Lc 1,32). Con il suo “sì”, Maria testimonia che Gesù non è un discendente qualsiasi di David, ma il Messia, il discendente in cui si realizzano definitivamente le promesse di Dio, l’Emmanuele, “il Dio con noi” (Is 7,14; Mt 1,23). In lui, c’è il compimento della storia dell’uomo e del mondo e contemporaneamente l’inizio del Regno di Dio. Egli è il centro di tutta la storia. Ella è “la serva del Signore”, pienamente disponibile all’azione dello Spirito Santo e per questo “la potenza dell’Altissimo la coprirà con la sua ombra, perciò il bambino sarà Santo e chiamato Figlio di Dio”. Gesù è Figlio di Dio in senso speciale e unico, perché Dio stesso con la potenza del suo Spirito creatore è intervenuto a generarlo ed è per questo intervento di Dio che egli è Santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Egli non divenne “Figlio di Dio” in un momento della sua storia personale, ma lo è da sempre: dall’eternità nel seno di Dio, dal suo concepimento nel seno di Maria. Con tale concepimento, Maria è divenuta il tabernacolo della Nuova Alleanza, su cui si è posata l’ombra della potenza divina e l’ha resa la Madre di Gesù, “la piena di grazia”, colei che ha dato al mondo l’Emmanuele, il “Dio con noi”, la collaboratrice di Dio nella salvezza del mondo.
Maria è “la serva del Signore”. Non è una semplice dichiarazione di umiltà da parte di Maria, ma l’espressione di una totale appartenenza a Dio e la sua disponibilità alla missione che Dio gli sta per affidare: essere la Madre di Gesù. Anche in ciò, Maria è una testimone, che nel tempo dell’Avvento, ci invita ad essere sempre disponibili all’azione di Dio nel compiere la vocazione a cui Dio ci ha chiamato, qualunque essa sia: siamo servi del Signore. Ciò è avvenuto nel battesimo: “Liberati dal peccato e fatti servi di Dio, raccogliete il frutto per la vostra santificazione e come traguardo avete la vita eterna” (Rom 6,22). Rivestiamoci dei sentimenti di Maria e allora, come lei, diverremo per il mondo “madri di Gesù”: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre” (Mt 12,48-50). E chi fa la volontà di Dio, come Maria e Gesù, si pone al servizio dell’amore a Dio e ai fratelli: “Voi, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Però, questa libertà non divenga un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri” (Gal 5,13). Gesù è stato chiaro a riguardo: “Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,43-45).