Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
“Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”. Non festeggiamo un privilegio, ma la grande vocazione alla santità a cui tutti noi siamo stati chiamati: Dio, in Cristo, “ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità”. Maria Immacolata è il segno della potenza divina, che può trasformare una creatura e renderla partecipe della sua santità: “Siate santi come io sono Santo” (Lv 19,2). La liturgia, pertanto, proponendoci il testo di Lc 1,26-38, ci invita a rileggere in chiave profonda, ma insieme personale ed esistenziale, la singolare avventura di amore e di intimità che Dio si degnò di condividere con Maria, “la piena di grazia”. Tale intervento di Dio è evento, in quanto incarna nel tempo il disegno eterno di Dio: la nostra santità; è compimento, perché Maria, dando alla luce Gesù, realizza le attese e le speranze dei patriarchi, dei profeti e di noi, l’lsraele di Dio; è profezia, perché Maria, “piena di grazia”, anticipa il mistero di amore, a cui Dio ci ha destinato: “essere santi, perfetti come è perfetto il Padre nostro celeste” (Lv 19, 2; Mt 5,48). Questi tre aspetti mettono in rilievo che la santità di Maria, come quella di ciascuno di noi, è progetto di amore di Dio, “che vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità” (1Tm 2,4), anzi, il Padre “ci santifica nella verità” (Gv 17,19). È la sua grazia che ci rende santi: ha reso Maria “piena di grazia”, e allo stesso modo “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati” (Ef 2,4-5).
Maria è piena di grazia: perché partecipa al progetto di santità che Dio ha per ciascuno di noi, ma anche in maniera speciale per la sua vocazione ad essere “la Madre di Gesù”. Maria, quindi, sta in un rapporto privilegiato con Dio, il quale l’ha ricolmata del suo favore e continua ad esercitare in lei l’effetto di tale predilezione. In parole più semplici ed evangeliche: Dio “ha fatto grandi cose in Maria”, in modo da prepararla ad un compito speciale nel suo disegno salvifico: essere la Madre di Gesù, la Madre di tutti coloro che sono in Cristo, il modello di santità per essere sempre in comunione con Cristo e, in lui con Dio. Pertanto, Maria è piena di grazia, perché Dio l’ha ricolmata abbondantemente della sua grazia, rendendola portatrice e collaboratrice della grazia che Dio concede al suo popolo nel tempo ultimo della salvezza. Per questo, Gabriele dà a Maria una certezza: “Il Signore è con te”. La sua presenza è garanzia di grazia e di santità. Non si tratta soltanto di una formula, a noi divenuta familiare a motivo della liturgia, ma, nel pensiero biblico, esprime la particolare presenza di Dio in persone per le quali egli ha un progetto speciale o debbono svolgere missioni straordinarie: Mosè per fare uscire il popolo dalla schiavitù dell’Egitto; Davide per essere il Re secondo il suo cuore; Giovanni Battista per preparare le vie del Signore; con Gesù per liberarci dal peccato e farci partecipi del Regno di Dio. È con Maria, perché l’abilita ad essere Madre di Gesù, compimento di tutte le promesse messianiche e presenza costante di Dio tra noi: “Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi” (Mt 1,22-23). Così, in Maria la grazia non è un favore qualsiasi, ma qualcosa di intimo, di connaturale, di assolutamente suo, che ella ha ricevuto precedentemente da Dio e che si manifesta in pienezza nella sua vocazione alla maternità. Tale essere Madre di Gesù e Madre nostra è il compimento, il coronamento e il senso profondo di quella grazia che essa ha ricevuto fin dal suo concepimento. Maria è la piena di grazia non solo perché gode del favore di Dio che l’ha resa “tutta santa”, ma perché è stata scelta ed eletta ad essere la Madre di Dio e Madre della Chiesa. Guardiamo a Maria Immacolata, perché anche noi, “agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a Cristo” (Ef 4,15), il Santo, il Figlio di Dio (Lc 1,5), che ci rende santi.