Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
Dal vangelo secondo Marco
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
“Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”. Siamo all’inizio del Vangelo di Marco, l’inizio di una forma espressiva nuova, per annunciare il “Vangelo di Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio”. Il termine è nuovo, non nella sua forma materiale, ma nel suo contenuto. Il termine “Vangelo” deriva dalla letturatura greca: la “buona notizia” di una vittoria, di un avvenimento importante di una città che celebrava l’intronizzazione di un re o la venuta dell’imperatore. Ma il contenuto del termine “Vangelo” è vicino all’uso giudaico-biblico di Is 40,9: “Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede”. E ancor di più in Is 61,1-2, che annuncia la “buona notizia” della missione del Messia: “Lo spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore”. Ma nel Nuovo Testamento, è “la buona notizia di Gesù, Cristo, Figlio di Dio”, cioè “Il Vangelo predicato da Gesù, il Vangelo su Gesù, il Vangelo che è Gesù”. In primo luogo, è il messaggio di salvezza di Gesù, il Messia inviato da Dio per la nostra salvezza: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo” (Mt 11,3-5); è il messaggio del Figlio di Dio che ci ha fatto conoscere il Padre, il suo amore per noi e la sua volontà di salvezza per tutti gli uomini: “In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui” (1Gv 4,9). Lungo i secoli, gli apostoli e tutti i suoi discepoli hanno annunciato “ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; ma ormai sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute” (Lc 24,19-21). Lontani da Gesù si è senza speranza, ma con Gesù il cuore arde di fede e di amore (Lc 24,32) e professa: “Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e apparve a Cefa e quindi ai Dodici” (1Cor 15,3-5). Il Vangelo è Gesù che opera nel nostro cuore e nelle nostre menti e ci conduce con i suoi insegnamenti alla salvezza, alla realizzazione del Regno di Dio: “Se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza” (Rom 10,9-10).
E la fede fa risuonare nel nostro cuore la voce di Giovanni il Battista, il messaggero di Dio che annuncia la salvezza e prepara la via del Signore: Gesù, via verità e vita (Gv 14,6). Egli è “la voce che grida nel deserto”, ma Gesù è la Parola che si è fatta carne e, quale sapienza di Dio (Sir 24,10), venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,1.14), luce che illumina ogni uomo e gli dà il potere di diventare figlio di Dio (Gv 1,9.12). Giovanni grida nel deserto: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”. Parole di conversione e di cammino diritto verso la santità della vita. Nel deserto: il luogo della prova e della purificazione interiore, ma anche il luogo dell’incontro di amore con il Signore: “Ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Os 2,16). A contatto con Gesù, sentiremo la voce dei suoi messaggeri di buone notizie (Rom 10,15), ma soprattutto sentiremo la voce del buon Pastore (Gv 10,14-15), che ci guida ai pascoli della vita eterna (Ez 34,13). E chi lo segue rinnova la sua vita con la conversione della mente: “Se davvero avete dato ascolto a Cristo e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, ad abbandonare l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità” (Ef 4,20-24). Bisogna convertire il cuore, perché non si indurisca nell’errore e nella malvagità: “Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Peccatori, purificate le vostre mani; uomini dall’animo indeciso, santificate i vostri cuori” (Gc 4,8). Ma soprattutto, in vista del Natale, bisogna che ci facciamo piccoli con Gesù: “In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli” (Mt 18,3-4).