12 Gennaio 2020
Battesimo del Signore
Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?».
Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
“Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”. Sono parole che contengono un mistero: prima per Gesù, poi per noi che come Gesù riceviamo il battesimo. Per Gesù: egli non aveva bisogno del battesimo di acqua di Giovanni Battista: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?”. Per Gesù, il battesimo è inizio: l’inizio della sua missione di salvezza e per questo egli vuole che “si adempia ogni giustizia”, cioè l’adempimento perfetto della volontà salvifica di Dio nel suo operare. Benché senza peccato, Gesù, compiendo la volontà di Dio, “è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti” (Is 53,5). Di più: “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio” (2Cor 5,21). Gesù, seguendo la via dell’umiltà, spogliò se stesso, si umiliò, si fece obbediente fino alla morte e alla morte di Croce” (Fil 2,6-9). Accettò pienamente la volontà di Dio, la sua giustizia santificante, come sta scritto: “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi, perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo divenisse realtà per le genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede”. Gesù accettò il battesimo di Giovanni per adempiere il progetto di salvezza di Dio. In lui, nel suo battesimo, si è adempiuto il progetto di amore e di salvezza di Dio. In lui, anche noi possiamo divenire “figli diletti, in cui il Padre si compiace”.
Per noi: “Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rom 6,3-4). Nel battesimo anche noi ci uniamo a Cristo “per adempiere ogni giustizia”, cioè portare a compimento in noi il progetto di amore di Dio. “Non regni più il peccato nel vostro corpo mortale, sì da sottomettervi ai suoi desideri; non offrite le vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti e le vostre membra come strumenti di giustizia per Dio” (Rom 6,12-13). Come per Gesù: “si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui”, anche per noi il battesimo è l’ingresso nella vita secondo lo Spirito. Il battesimo, come si legge in molti battisteri antichi, è vitae spiritualis ianua, la porta della vita spirituale. Mediante lo Spirito, siamo stati immersi nella morte di Cristo, per risuscitare con Cristo e in lui camminare in novità di vita. In base a ciò, il battesimo ha una dimensione trinitaria: bisogna morire per vivere secondo il progetto di Dio, vivere il mistero di Cristo come partecipazione alla sua morte e resurrezione, non rattristare lo Spirito di Dio (Ef 4,30), che abbiamo ricevuto come sigillo nel battesimo (Ef 1,13) e nel quale “siamo stati lavati, santificati, giustificati” (1Cor 6,11). Nel battesimo, dalla morte sorge la vita. Anzi, per esprimerci in maniera più dinamica: in Gesù e con Gesù, moriamo al peccato “per adempiere ogni giustizia”, cioè vivere secondo il progetto salvifico di Dio. L’immedesimazione al mistero di Cristo non annulla la nostra esistenza di cristiani, ma ci immerge in una dimensione più profonda dell’essere e del vivere. Tutta la nostra esistenza, nel battesimo, è segnata e orientata a Cristo ed è talmente inseparabile da quella di Cristo da farci vivere la stessa trafila di morte e di vita. Termino con le parole di papa Francesco: “Le promesse battesimali che ogni anno rinnoviamo nella Veglia Pasquale devono essere ravvivate ogni giorno affinché il Battesimo ci “cristifichi”: non dobbiamo avere paura di questa parola; il Battesimo ci “cristifica”, chi ha ricevuto il Battesimo e va “cristificato”, assomiglia a Cristo, si trasforma in Cristo e lo rende davvero un altro Cristo”.