17 Novembre 2019
XXXIII Domenica Tempo Ordinario
Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
“Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?”. Gesù non risponde mai a simili domande, dettate più dalla curiosità che dal desiderio di vedere realizzato il piano di salvezza di Dio, di vedere l’avvento del Regno di Dio. In Lc 13,23, un tale gli chiese: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Gesù gli rispose di “sforzarsi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno” (13,24). C’è il pericolo che il padrone chiuda la porta e a quelli che sono rimasti fuori dirà: “Non vi conosco, non so di dove siete” (Lc 13,25). In Lc 17,20, i farisei gli chiedono: “Quando verrà il regno di Dio?”. Gesù rispose loro che il Regno di Dio non viene, perché è già presente nella sua persona e nella sua missione di salvezza. È inutile aspettare avvenimenti spettacolari che lo annunciano. Apparizioni qua e là: impressionano, ma hanno poco senso. Con Gesù il regno di Dio è già operante in noi e tra noi. Non bisogna farsi prendere dalla curiosità e tanto meno dalla paura I toni sono apocalittici: guerre, rivoluzioni, segni nel cielo e sulla terra, carestie e pestilenze, ma la sostanza escatologica è chiara: siamo invitati ad essere vigilanti, pronti ad accogliere Gesù alla fine dei tempi, perseveranti in tale attesa, perché “nella perseveranza salveremo le nostre anime” (Lc 21,19). Anzi, “deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede” (Ebr 12,1-2). Per questo, c’è rivolto un invito pressante: “Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”. Dobbiamo essere consapevoli del momento escatologico che viviamo: sia che esso è imminente sia che si protrae nel tempo. “Agli occhi del Signore mille anni sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte” (Sal 90 [89],4; 2Pt 3,8). Ce lo ricorda Paolo: “Questo voi farete, consapevoli del momento: è tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. … Gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Ma Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri” (Rom 13,11-14). Il tempo dell’attesa è grazia: “Il Signore non ritarda nell’adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi” (2Pt 3,9). Vigilanza e preghiera ci aiutano ad esser sempre in comunione con il Signore, ma anche ad attendere con sicurezza e fiducia l’avvento del Regno di Dio. Di più: per Luca, il Regno di Dio è formato solo da tutti coloro che hanno aderito a Gesù e da lui hanno ricevuto il “Regno dei cieli” come un dono, convertendosi nell’ascolto della parola (Lc 8,5-8) e ogni giorno si sforzano di entrare per la “porta stretta” e di camminare per la “via difficile” (Lc 13,24), per la via della pazienza vigilante, della fede convinta (Lc 18,6-8), della speranza ardente di desiderio, della carità operosa (Lc 10,25-37), in attesa del ritorno del loro Signore per introdurli nella “sala delle nozze” (14,16-24), nel suo “gaudio eterno” (Lc 16,23-35).