18 Agosto 2019
XX Domenica Tempo Ordinario
Commento a cura di fra Marcello Buscemi ofm
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
[ Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?». ]
“Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!”. L’immagine del fuoco ha diversi sensi, ma tutti hanno una valenza spirituale molto forte. Nel nostro testo, Gesù annuncia che la sua missione è quella di portare fuoco sulla terra, un fuoco che provoca divisione tra coloro che credono e coloro che non credono. Ed esso si accende a tal punto da minare anche la «pace familiare»: coloro che credono in Gesù non saranno compresi dai loro genitori, dai loro parenti intimi. Avranno da soffrire il fuoco della persecuzione e dell’incomprensione: “Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato” (Mt 10,22). Ma c’è di più: il fuoco si accenderà nel nostro cuore anche a causa delle nostre incoerenze e infedeltà nel seguire Gesù. Il fuoco proverà il nostro cuore: “l’opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno” (1Cor 3,13). Ma l’immagine del fuoco non sempre è così negativa. Il fuoco illumina e spesso rischiara le notti: crea armonia. Così, S. Francesco può cantare: “Laudato si', mi' Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello é bello et iocundo et robustoso et forte”. C’è anche il fuoco dell’amore: un fuoco di vita, di passione, di zelo che fa crescere e ci fa gustare la vita. E tale fuoco è generato dal fuoco divino: dallo Spirito di Dio. “Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi” (At 2,3-4). Abbiamo ricevuto lo Spirito, che accende in noi il “fuoco dell’amore”, per camminare secondo lo Spirito e non più secondo la carne (= egoismo). Nella mentalità giudaica “il camminare”, nel suo senso metaforico-religioso, indica il comportamento morale “secondo la legge di Dio”. Essa non sta “nella lettera” della legge, ma “nello Spirito”. “La lettera infatti uccide, lo Spirito vivifica” (2Cor 3,4). Allora, bisogna “camminare secondo la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù” (Rom 8,2). Si adempie nel cristiano la profezia di Ez 36,27: per mezzo dello Spirito, che abita e agisce in noi, le prescrizioni della legge vengono portate a compimento e “non camminiamo più secondo la carne ma secondo lo Spirito” (Rom 8,4), perché “ciò a cui aspira la carne è morte, ciò cui tende lo Spirito è vita e pace” (Rom 8,6). Lo Spirito, inoltre, è stato inviato da Dio “nei nostri cuori”, cioè nel profondo della nostra esistenza cristiana, per divenire principio personale ed intimo della nostra figliolanza divina. “Quanti si lasciano condurre dallo Spirito, costoro sono figli di Dio” (Rom 8,14) e lo Spirito viene in aiuto alla loro debolezza e intercede per loro con gemiti inesprimibili (Rom 8,26). È lo stesso grido che sale a Dio e che nell’azione dello Spirito rinnova il cristiano e lo conduce alla vita eterna (Gal 6,8) e al possesso del Regno di Dio (Gal 5,21). Lo Spirito Santo è il vero fuoco dei credenti e di tutta la Chiesa: opera in loro, li purifica, li spinge ad amare. Lo Spirito Santo, infatti, è l’anima che vivifica e muove la comunità cristiana, la forza dinamica e vitale che dona vigore, spinge e orienta il popolo di Dio nella testimonianza al Signore risorto. Rinvigorita della forza dello Spirito, la Chiesa produce ogni bene a favore dei poveri, dei malati e degli oppressi della terra, operando i miracoli dell’amore; nella forza santificatrice del medesimo Spirito, essa genera i “santi”, gli amici di Dio, profeti e testimoni di un mondo rinnovato dalla morte e resurrezione di Cristo a gloria del Padre.